- i Violarii erano i tintori che trattavano il viola. Avevano imparato la ricetta dalle popolazione italiche meridionali (in particolare dai Tarantini) che lo avevano imparato dai Greci, che a loro volta lo avevano imparato dai Fenici. Spesso, oltre ai murici era usato l'oricello, lichene da cui si ricava l'orceina, che dà il colore rosso. La categoria dei Violarii è citata da Plauto nella commedia Aulularia;
- le Officinae purpurinae, dove si tingevano i capi con la porpora, sempre ottenuta dai murici. Una delle più importanti testimonianze del contatto tra il mondo romano e i popoli mediterranei ci è fornita dal geografo latino Pomponio Mela (I sec. a.C.);
- i Crocearii trattavano il giallo. Il nome richiama il croco, che è il fiore dello zafferano (citato,tra gli altri da Pascoli, Parini e Montale), una pianta dai cui stigmi si ricava il colore.
lunedì 7 maggio 2012
LE CORPORAZIONI TINTORIE NELL'ANTICA ROMA.
I Romani iniziarono a tingere i tessuti solo dal V secolo a.C., quando cominciarono a conoscere le altre popolazioni mediterranee; precedentemente facevano uso solo di vesti non tinte, conformemente agli austeri costumi dell'epoca. Nel II secolo a.C. l'arte tintoria era ormai completamente sviluppata; esistevano diverse corporazioni di tintori, in base ai colori che usavano:
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